Wole Soyinka

Nel corso della guerra civile nigeriana, viene incarcerato dal 1967 al 1969 per un articolo in cui chiedeva un cessate il fuoco. La sua esperienza in cella di isolamento è narrata in ''L'uomo è morto''.
Ancor più che per la narrativa e la saggistica, Wole Soyinka si è affermato in Africa e in Occidente attraverso il teatro e la poesia. In particolare, è noto per aver rivalutato il teatro della tradizione nigeriana e la "folk opera Yoruba". Ha scritto oltre venti drammi e commedie e ha adattato a un contesto africano ''Le Baccanti'' di Euripide, ''L'opera da tre soldi'' di Bertolt Brecht, ''I negri'' di Jean Genet. Fra i suoi lavori teatrali figurano: ''Il leone e la perla'', ''Pazzi e specialisti'', ''La morte e il cavaliere del Re'', ''Danza della foresta'', ''La strada'', ''Il raccolto di Kongi''. Fra le sue raccolte poetiche: ''Idanre and Other Poems''; ''A Shuttle in the Crypt''; ''Ogun Abibiman'' (it. 1992); ''Mandela's Earth and Other Poems''.
Ha insegnato in numerose università, fra cui Yale, Cornell, Harvard, Sheffield e Cambridge, ed è membro delle più prestigiose associazioni letterarie internazionali. Ha ricevuto diversi riconoscimenti in tutto il mondo e il premio Nobel per la letteratura nel 1986.
Perseguitato e condannato a morte dal dittatore nigeriano Sani Abacha, Soyinka è vissuto in esilio negli Stati Uniti fino al 1998, anno in cui il dittatore morì e Soyinka fece ritorno in Nigeria. Ora vive ad Abeokuta, la città nigeriana dove è cresciuto. da Wikipedia
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